continua PREFAZIONE
Leo Amici è un uomo da cui trarre esempio perché ci sprona a riconsiderare l’importanza del nostro impegno sociale, a capire davvero quanto di noi possiamo dare agli altri, uscendone arricchiti. E Carlo Tedeschi, in quest’opera, ne dipinge un ritratto raffinato e singolare, perché partendo dalle sue emozioni e ricordi, riesce a farci scoprire la bellezza del suo maestro, senza mai essere troppo esplicito, troppo indelicato, troppo invadente. Dalla scrittura cogliamo l’emozione che lo avvolge tutto, la passione che lo spinge ad andare avanti, l’esigenza di ricostruirsi e di ricostruire il mondo circostante. In ogni pagina di quest’opera emergono con forza quei valori universali portanti che spesso, al giorno d’oggi, mettiamo da parte: la fratellanza, la compassione, l’amore, la devozione, la pace.
Ti sto scrivendo con tanta confidenza e quasi mi spaventa la certezza che ho di te. A tratti sei il mio signore, a tratti mio padre. Forse è la stessa cosa, ma sai cosa voglio dire. È decisamente scuro, sta ricominciando ad insinuarsi il male e devo fuggire da questo attimo di dolcezza per ricominciare a combattere. Ti ringrazio di questa pausa tenerissima, rimando a tra poco tutta la tua luce e lo sprofondarmi in te come nel mare.
Di grande prestigio, inoltre, è la forma con cui Carlo decide di esprimersi, mescolando il suo diario con epistole, poesie e fotografie restituendoci un flusso di coscienza al contrario, poiché è sempre ordinato, ponderato e razionale in ogni sua scelta. L’eleganza della scrittura va di pari passo con la narrazione, arricchendola di significati, perché ogni parola si incide sulla pagina con un’eloquenza disarmante.
Carlo Tedeschi è riuscito pienamente in quest’opera a definire una missione morale e sociale importante, a restituirci il ritratto di un uomo che quasi ci sembra ormai di conoscere e a spronarci a essere, giorno dopo giorno, persone migliori, più evolute, più complete.