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PREMIO LEO AMICI

Il premio Leo Amici viene conferito ogni anno il 7 ottobre (data di nascita di Leo Amici) da parte della Fondazione omonima a personaggi illustri della cultura, della scienza, dell’arte, della medicina o donne e uomini semplici e sconosciuti che si siano impegnati nella sensibilizzazione dei valori della pace, dell’amore e della fratellanza.

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La giornata del «7 ottobre», dedicata alla solidarietà e organizzata dalla Fondazione Leo Amici con l'Associazione Dare, si festeggia ogni anno e fa parte ormai della storia del piccolo paese del Lago di Monte Colombo: ultimo progetto di Leo Amici.

Già dal 1982, anno in cui ne ebbe inizio la realizzazione, fu spontaneo per la gente che lo conosceva e che aveva festeggiato il compleanno con lui sin dal 1976 continuare a festeggiarlo presso il Lago di Monte Colombo.

Precedentemente lo raggiungevano da varie località italiane e straniere fino al casale celeste dove Leo abitava e, in seguito, nella casa di via Vittorio Alfieri dove si era trasferito.

La prima a concretizzare il desiderio di tutti di festeggiare il compleanno accanto a Leo fu Maria di Gregorio sostenuta dalla sua famiglia (il marito Tonino e i suoi figli Daniela e Stefano Natale sin dal 1976).

La giornata del «7 ottobre» fa parte della storia meravigliosa del Piccolo Paese del Lago, storia di una variegata umanità che, in questo giorno, nel tempo, ha incontrato Leo Amici per la prima volta o la ha raggiunto per ringraziarlo del bene ricevuto o festeggiare con lui il suo compleanno. Anno dopo anno si è continuato a onorare questa giornata ed ogni volta, il "7 ottobre", è stata la rinascita o la nascita di una umanità che, anche dopo di lui, ha scoperto i nuovi orizzonti di Leo Amici.

Chi si è ritrovato anche per caso in questa circostanza ha sempre testimoniato di aver vissuto e ricevuto grandezze, espressioni fuori dal comune ed aiuti che hanno dato inizio ad una propria conversione di rotta, ad una personale ricerca, alla fede...

La Fondazione continua ad operare e perpetuare non solo il ricordo di Leo Amici ed il suo esempio, ma la realtà di un amore vero e sentito che lui ha lasciato.

Ogni anno, attraverso l'assegnazione del "Premio Leo Amici", gli spettacoli, i convegni, gli incontri culturali e spirituali, il "7 ottobre" è stato una giornata di festa, ma anche di rinnovato impegno per i nuovi progetti.

Sostenere dunque la fondazione è guardare con occhi limpidi e sentirsi uniti ad una grande opera che per sua natura ha bisogno di continuare a propagarsi.

Si parte sempre dal più piccolo per poi arrivare al grande e, dunque, piccole dimostrazioni di vicinanza alla Fondazione possono far diventare grandi le sue iniziative.

Dormire al Piccolo Paese, frequentare il ristorante anche solo per una pizza, assistere ad uno spettacolo, abbonarsi al giornale, donare il 5 x 1000 sono piccoli gesti che insieme possono fare tanto. Contribuire economicamente ogni mese alle spese vive del paese, a quelle del mantenimento e della ristrutturazione, contribuire direttamente agli aiuti umanitari e al sostegno dei giovani (prevenzione, studi, formazione professionale) è un fatto per dire sì, benedire l'opera e sentirsi partecipi della sua meravigliosa storia.

Il "Lago" è un cancello aperto al mondo.

Daniela Natale

RICONOSCIMENTI

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1999 alle giornaliste

Marian Urbani

Per l’amicizia dimostrata e l’affetto

fedele che da lunghi anni la

contraddistingue.

 

Rosanna Tomassini

Per aver seguito i passi cadenzati

di una fedele adesione.

 

Mariangela Riva

Per essere entrata silenziosa ma

presente e per questo notata.

 

Tutte e tre hanno saputo scindere

la notizia dall’emozione e convinzione

personale contribuendo all’equilibrio

dell’informazione e quindi

dell’opinione pubblica.

Il mio ringraziamento è per

quest’ultimo motivo

ma il riconoscimento è per

il sentimento profondo riversato

con rispetto alla figura di Leo Amici

Carlo Tedeschi

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2003 a Pippo Franco

Per aver aperto l’anima

al primo bussare

del tocco di un angelo,

messaggio d’una trama celeste

che anela,

tra il male del mondo,

ed emanare la melodia, la carezza,

l’amore di Dio.

Carlo Tedeschi

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2003 a don Ottavio Corbellotti

Tra le tempeste del mondo...

una figura si spinge contro vento.

Sembra poter cedere ma, caparbia, segue il suo cammino. 

La forza che s’impone è quella della fede 

e la figura che precede e, a tratti,

segue, è quella di Gesù.

Ma è don Ottavio!

Che penetra lo sguardo nei cuori degli uomini e vi trafila il suo credo 

e poi li abbassa, indicandone la meta. 

Sono cinquant’anni, ormai! 

Questo è il suo impegno di consacrato a Dio.

Senza timori.

Carlo Tedeschi

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2004 a Claudia Koll

Sgomento il volto mentre si svolgeva la vita senza che tu la fermassi.

Quasi assente, lo sguardo si posava senza vedere.

È stato uno srotolarsi d’un gomitolo che imprigionava e poi,

trovato il punto del filo, l’inizio, hai dipanato.

Che cosa sta accadendo? Cosa è stato?

La Luce. Di Dio a cui tu, poco a poco, hai lasciato spiragli.

Ora ne parli al mondo. E tutti guardano, stupiti.

Le strade s’incrociano ed alla biforcatura, nella sosta dovuta,

ci si riconosce e poi, chissà...un breve tratto o la vita...ma INSIEME.

Pellegrini, figli amati, verso lo stesso Padre Santo.

 

A Claudia per tutto ciò, con l’augurio,

la preghiera di poter sempre capire la giusta via

che il Signore sempre ci indica.

Carlo Tedeschi

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2005 mons. Vittorio Peri

Per aver seguito non solo la propria vocazione, 

non solo il vangelo e la Sua parola.

Non solo la cultura di Dio di cui si è impregnato, quanto, se stesso. [..] quel se stesso della propria coscienza, voce del creatore che non abbandona la creatura […].

Dopo aver pulito il proprio interno 

ed averlo illuminato della Sua chiamata, 

del Suo vangelo, 

della Sua parola, 

della cultura di Dio, 

di cui l’impegno egli sa di divulgare, 

ma lasciando precedenza al proprio cuore che è il Suo.

Carlo Tedeschi

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2008 Piero Gualtierotti

Impegno, studio e professionalità, fama e successo. 

Ma batte un cuore, che dona e riceve amore.

Quando lo incontro è per bisogno, l’Associazione si rivolse a lui  per essere difesa, da un’attacco per fermarne la scalata;  aveva infatti trovato qualche sostenitore.

Lui lo attende, apprezzandone ingenuità e candore, 

fino alla vetta che ne decreta l’innocenza.

Grazie a lui per questo ma soprattutto 

per quella lontana prima affermazione, al nostro incontro,  da lui pronunciata che ne delinea personalità, sensibilità e nobiltà d’animo:

“...considera anche me, Carlo, un tuo volontario...”

Carlo Tedeschi

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2008 Gianni Morandi

Perché a Gianni? Chi conosce il cuore di Gianni?

Spesso nel cuore neppure noi stessi sappiamo scrutare di noi quel profondissimo spazio, non ne vediamo la fine, eppure a tratti, quasi per miracolo, accade che qualcuno, qualcosa, occupa quell’anfratto, ristorandolo.

Li c’è la vera essenza del nostro essere, 

che guida fino a condizionare i nostri passi.

E’ da qui che nasce l’impegno di Gianni per dare qualcosa a chi manca, ed è lì che l’ho incontrato, riconoscendo allora anche quello che non ci siamo detti o che non abbiamo fatto; 

è quell’essenza che viene segnalata e resa visibile, 

anche da un riconoscimento.

Carlo Tedeschi

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2009 a Antonino Zichichi

Figure determinanti si alternano nel panorama del mondo, sono guidate da Dio nell’ingranaggio vivente dei Suoi progetti divini. 

Hanno sofferto, pagato di persona, lottato, dato la vita per il bene dell’umanità; spesso sono state accettate solo dopo la morte. 

Altri uomini si sono straziati per farli conoscere.

Antonino Zichichi è uno di questi; lo ha fatto per la scienza, trasponendo il trascendente nell’immanente, coinvolgendo nella logica di Dio centinaia di esseri umani. Il professor Zichichi ha riportato alla luce Galileo Galilei, prima nelle alte sfere spirituali e sociali e poi tra la gente.

Tanto cara al cuore di Leo Amici, promotore, regista, movente della vita dei giovani di tutto il mondo, era la figura di Galileo; per questo il riconoscimento Leo Amici nella sua 24° edizione viene consegnato ad Antonino Zichichi, con il rispetto, la stima, la gioia dovutagli 

riconoscendo non solo lo scienziato, ma soprattutto la personalità nella docilità dell’uomo di fede.

Carlo Tedeschi

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2011 Susanna Tamaro

Per aver mantenuto nel tempo lo status dei giovani sentimenti che scaturiscono nel riconoscere il bene ed il male per poi scegliere.

A Susanna

per aver seguito il cuore,

non nella discesa

del comodo o del piacere fine a sé stesso,

ma nella salita

arrancando come si poteva,

attingendo a quei sentimenti cui, fedele,

ha alimentato nel tempo

rimanendo in lei quel valore,

l’onestà,

...quel valore...

quel codice morale...

che rende puri e semplici

dinanzi alla verità del Cielo.

Carlo Tedeschi

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2012 mons. Mario Russotto

A te, caro padre Mario, dopo Susanna Tamaro, il Premio Leo Amici dell’anno 2012.

Tu hai avuto un padre che solo nel momento della morte ti ha riconosciuto accogliendo Gesù, riconsiderando il tutto.

Lo ha fatto grazie al tuo amore, alla tua umanità che, attraverso tuo padre, si è sublimata in Dio Padre.

Solo tu ci sai capire, solo tu sai accettare senza ombre la nostra appartenenza a Leo Amici.

Solo tu hai assaggiato i frutti delle nostre radici, gradendoli.

Solo tu in questa misura, in questa sostanza perché lo hai fatto con la logica di Dio. Vero o falso, per come gli altri lo giudichino, un tratto del pensiero di Leo Amici, solo il Signore ha potuto accettare di far nascere, da quelle radici, un frutto così dolce, un raccolto così cospicuo.

Noi siamo nulla, inadeguati e piccoli per un’opera così grande per come il Signore l’ha modellata e sostenuta ma tu ci hai incontrato e ne hai visto e assaporato il Suo tocco. 

I fatti parlano chiaro e tolgono ogni dubbio perché in chi alberga la logica di Dio tutto è comprensibile, tutto si può accogliere, tutto si può vagliare nella Sua infinita misericordia, nel Suo infinito sguardo, nel Suo infinito discernimento, nella Sua infinita carità che, anche dai nostri interni, in virtù di una sana benché discussa radice, fa germogliare frutti, profumi e sapori d’eternità.

 

A te, padre Mario, con gli infiniti ringraziamenti del Suo e nostro cuore.

Carlo Tedeschi

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2013 a Emanuele e Francesco

Per aver aperto un varco

dove già altri giovani

stanno oltrepassando.

Per aver traghettato l’antico

nelle sponde nuove

ammantandolo della sua originale nobiltà

impedendo così di definirlo “vecchio”.

Per averlo fatto con la forza inconsapevole

della gioventù,

l’uno nell’obiettività e passione

che lo contraddistinguono,

l’altro per aver prontamente aderito;

per l’amore che vi è nato e che scorre

tra la periferia ed il nucleo

del suo modello.

L’uno per aver scelto di sospingersi

in ciò che gli pareva naturale

pur attratto dalle cose facili del mondo;

l’altro per essersene sempre più allontanato

senza alcun rimpianto.

Grazie per aver dato un senso ai travagli

ed un motivo all’amore sempre presente»

Carlo Tedeschi

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2014 Laila Lucci

L’antica promessa è stata mantenuta!

Docile all’amore di Gesù

hai attraversato la vita

sorridendo a chi, per un tratto,

la percorreva insieme a te.

La passione buona che nel tuo petto ha incendiato cuore e mente,

hai saputo mantenerla

mettendo in quel focolare la legna buona conservata per l’inverno.

Anche dall’alto il tuo nome mi è stato segnalato

e sei l’unica che, guardando con i Suoi Occhi, hai visto il vero.

Sul Lago

Su di noi

Su me.

Anche più del vero e cioè la verità più intima,

quella che trapassa, non come lancia,

ma sentimento divino

il sacro cuore già trafitto di Gesù.

Carlo Tedeschi

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2015 alle volontarie

Per la fedeltà, lo sforzo, l’impegno,

giorno dopo giorno, d’essere sorelle, sante

pietruzze del grande brecciolino del Lago.

A loro, le donne delle camere, come

affettuosamente le chiamiamo, le volontarie

professioniste della pulizia, soprattutto di quella

che cercano ogni giorno nel loro interno.

Grazie soprattutto a Cettina, Maria, Giulia,

Giuseppa e chi a loro si unisce.»

Carlo Tedeschi

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2016 Liliana Cosi

Se l’anima danzasse, usando il proprio corpo, tutti potrebbero identificarsi in Essa.

Tutti ne godrebbero nell’emozione del riconoscimento, nella struggente nostalgia della creatura per il suo Creatore.

Fosse danza classica, libera o moderna.

Se si danzasse unicamente col corpo potrebbe compiacersene solo chi fosse in simpatia con tali espressioni.

Liliana ha danzato senza preoccuparsene e,

nell’abbandono di un’obbedienza,

ha raggiunto non solo l’eccellenza,

ma la bellezza della meraviglia.

Ha volato... esprimendo la sua vera natura...

facendosi cullare dallo spazio che infrangeva col suo corpo...

accarezzare dagli atomi dell’aria rimossa mentre,

della sua persona, ne stampavano le forme

nel tempo, nello spazio, nell’eternità.

Lì approda infatti tutta la fatica, lo sforzo, il sacrificio di tali espressioni,

lì, dove viene raccolto il seminato,

dove il tesoro prodotto,

chiuso nel forziere di Dio,

sarà riaperto, nel tempo dovuto, per restituire...

 

È tutto ciò che ti te, Liliana, è stato segnalato.

Ed è tutto ciò che mi è stato rivelato nell’incontrare

la tua anima che ancora danza, libera.

Carlo Tedeschi

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2017 a Gloria del Paraguay

Spinge il sussurro dell’anima

che prorompendo

diviene suono

e poi canto.

È un canto che raggiunge note inconsuete

dove la massima espressione del cuore

ne batte il ritmo e lo trasmette a chi ne è investito.

Così ascoltarla è un’esperienza mistica,

gradevole, appassionata, utile

secondo l’interpretazione che assume la sua voce.

È Gloria, che ricambia il dono di Dio e canta

donando a piene mani

ciò che da Lui proviene.

Sono meccanismi ed espressioni

della meravigliosa perfezione d’amore

in cui lei, non solo canta con la sua voce,

ma danza con la sua anima.

Grazie Gloria

Carlo Tedeschi

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2017 Fernando Maria Pelliccioni

L’onestà, come un documento sottoscritto

firmato dall’impegno di mantenerne il contenuto anche nel tempo sembra ormai acqua passata sotto i ponti dell’emancipazione civile eppure una diga ne ha trattenuto l’acqua, quella pura, trasparente e vecchio stile. È la diga dell’animo di un notaio di Rimini: Fernando Maria.

Onesto tra i documenti, tra i sentimenti,

obiettivo, sintetico, efficiente, non ha tralasciato comprensione paterna nelle vicissitudini della Fondazione e ancor prima della sua formazione.

Affetto e stima, esperienza, lungimiranza e cura

ne hanno fatto e fanno luce nel districarsi gentile tra le maglie della burocrazia dove come il filo di Arianna, seguendone il percorso, si possono trovare imbocchi ed uscite grazie alla sua conoscenza, cultura e animo esperto di galanteria che, come la sua onestà, impegno e passione, non hanno mai oltrepassato quei ponti

e sono qui ancora a servizio.

Grazie.

Carlo Tedeschi

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2018 Simone Cristicchi

C’è, nel mondo, un volto di ragazzo.

Osserva. Scruta. Riflette.

Esprime condivisione, passione, vera umanità.

Scorre il tempo

ed in esso, nulla muta

del suo interno.

Perché ama.

Contro corrente.

Eppure, remando,

raggiunge lidi di fama e successo,

ma non sceglie mai la contraddizione

con se stesso.

Oggi è qua, portato da un vento di libeccio.

Ne ha seguito il profumo.

Riconoscendolo.

È lo stesso che avvertiva da ragazzo.

Quel ragazzo,

ancora oggi,

senza compromessi.

 

Carlo Tedeschi

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2019 Dott. Claudio Pagliara

Dott. Claudio Pagliara

Solo chi ha meditato, praticato, vissuto,

solo chi ne ha fatto esperienza
può parlare dell’amore e divulgarne il risultato.

Al di là della convenienza, pagando di persona,

ha saputo traghettare nella scienza
un moto invisibile dell’essere umano
che è, appunto, l’amore.
Recente la conoscenza
non impedisce
di sentirlo affine e collegato
nelle stesse trame che illuminano traghettando,
a loro volta,
dal cielo alla terra, gli stessi principi
che hanno animato ed ispirato tutti i grandi.

Carlo Tedeschi

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2019 Fiorello Paci

Devoto a padre Pio,
ne ha assaporato il profumo del miracolo, facendolo suo.
Ne ha provato ristoro ed il senso della fede.
Con essa ha vissuto ponendo il Signore nel giusto luogo: prima in sé e poi innanzi a sé,
ma con la mente aperta così come il suo cuore.
Una sorta d’avvocato di Dio,
di giornalista nel Suo verso,
di imprenditore e manager
di tutto ciò che richiama
e si può legare al mondo dell’invisibile,
che diventa visibile
attraverso il suo interesse sempre vivo
per il mondo, la vita, l’essere umano.

Carlo Tedeschi

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